lunedì 30 gennaio 2017

BAMBINI PROFUGHI – UNA TRAGEDIA SENZA LIMITI


Nel 2015 sono arrivati sulle nostre coste 12.360 i minori non accompagnati.[1]

Emergenza migranti in Slovenia
Negli ultimi anni e a partire dalle crisi mediorientali e nordafricane del 2011 il consistente flusso di arrivi non programmati via mare ha accresciuto il numero di bambini e giovani migranti che hanno affrontato il viaggio con i genitori o da soli. In particolare, secondo i dati diffusi dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, su 154mila migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2015 oltre 16mila erano minori, e di questi ben 12.360 risultavano non accompagnati, pari all’8% del totale degli arrivi. Sono soprattutto eritrei, egiziani, gambiani e somali i giovanissimi che hanno attraversato soli il Mediterraneo per giungere in Italia. Anche nel 2014 (l’anno record per gli sbarchi in Italia) gli arrivi di minori non accompagnati è stato rilevante (13mila) e ha eguagliato quello relativo alla componente dei minori giunti al seguito di genitori o parenti (13.096), che provenivano in particolare da Siria, Afghanistan, Palestina. A seguito del cambio di rotta migratoria verso la Grecia intrapresa dai migranti originari di tali paesi a partire dall’estate nel 2015, l’arrivo di minori in nuclei famigliari in Italia è nettamente diminuita (4mila).

Al 31 dicembre 2015, secondo i dati censiti dal Ministero del Lavoro, i minori non accompagnati presenti in Italia sono 11.921( 13,1% in più rispetto al 2014). I dati del Ministero del Lavoro evidenziano una importante crescita dei minori non accompagnati negli ultimi anni: L’Egitto continua a essere il Paese da cui proviene la maggior parte dei minori presenti (23%), seguito da Albania (12%), Eritrea e Gambia (10% entrambi). Rispetto all’età dei minori accolti, in assoluta prevalenza di genere maschile, l’81% ha tra i 16 e i 17 anni; in particolare questi ultimi, giovani quasi-adulti che presentano specifiche esigenze, sono oltre 6.432. Il numero dei minori non accompagnati ospitati nelle diverse regioni italiane vede prevalere le zone interessate dagli sbarchi: poco più di un terzo dei minori, infatti, è ospitato in Sicilia, seguono Calabria e Puglia con oltre 1.100 presenti ciascuna.  Per il quadro normativo più aggiornato e le statistiche più recenti si veda il Report di Monitoraggio “I minori stranieri non accompagnati (MNSA) in Italia”, al 31 dicembre, pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro.

Il dato relativo ai minori che risultano irreperibili è diventato particolarmente significativo:  per 6.135 minori, infatti, è stato segnalato al Ministero del lavoro un allontanamento dalla struttura di accoglienza. Il fenomeno, in crescita rispetto agli anni precedenti (erano il 23% nel 2014), è riscontato soprattutto tra i giovani egiziani, eritrei e somali. L’agenzia di intelligence europea Europol ha recentemente denunciato la scomparsa di almeno 10mila minori non accompagnati dopo il loro arrivo in Europa, segnalando in particolare il caso italiano e gli oltre 1.000 irreperibili in Svezia; molti di loro si teme siano caduti nelle mani di organizzazioni criminali di trafficanti, altri potrebbero aver raggiunto i familiari in altri paesi europei. Per la maggior parte, invece, si tratta di ragazzi che entrano con specifici progetti migratori, con aspettative familiari nei paesi di origine ben precise e con reti parentali e di riferimento molto forti, che non hanno fiducia nella possibilità di raggiungere le loro mete di destinazione con i canali previsti dalle norme, e pertanto, intraprendono il viaggio in modo illegale.

L’Italia è al terzo posto in Europa per domande di protezione internazionale presentate dai minori non accompagnati. Ai minori rilevati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si aggiungono i minori non accompagnati, in fuga da persecuzioni torture o guerre, che accedono al percorso della protezione internazionale: nel 2015 in Italia sono state presentate 3.790 domande di protezione internazionale da parte di minori stranieri non accompagnati (dati Ministero dell’Interno), oltre il 50% in più rispetto alle 2.505 domande del 2014, anno a partire dal quale si ha avuto un incremento significativo (erano 805 le domande presentate nel 2013). Sono soprattutto i giovani gambiani a richiedere protezione internazionale nel nostro Paese (oltre un terzo delle domande), seguiti dai minori del Senegal (12%), della Nigeria (12%) e del Bangladesh (10%). L’Italia è al terzo posto in Europa per numero di domande presentate da minori non accompagnati: nel 2014 nei 28 Paesi membri tali richieste hanno superato le 23mila unità (l’82% in più rispetto all’anno precedente), di cui la metà in Svezia e Germania (rispettivamente 7mila e 4.400), e il 10% in Italia.


Campo profughi siriani in Giordania
Se per gli adulti l’emigrazione, o meglio l’esodo, di questi ultimi 25 anni è una tragedia, non c’è fine all’orrore dei bambini che tentano disperatamente di entrare in Europa attraverso il Mediterraneo o attraverso il corridoio Baltico. Viaggi della disperazione che durano anni, costellati di violenze, detenzioni e lavori per pagare i trafficanti.  Tutti quelli che salgono sui barconi rischiano la vita e molti annegano, quando la barca si rovescia.
Ci si chiede perché i migranti si mettono in viaggio, pur sapendolo carico di pericoli. Eppure, nonostante tutte le difficoltà, spesso mortali, il numero di migranti che riesce a raggiungere la costa continua ad aumentare. Le cause delle migrazioni sono storicamente dettate dalla legge della sopravvivenza. Si emigra per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni politiche e religiose,  per causa dei disastri ambientali come le inondazioni, la siccità, l’insufficienza di terra coltivabile. Oggi, come migliaia di anni fa, si emigra per sopravvivere e per cercare un futuro migliore per i figli. Non sono i muri o il filo spinato che fermano chi è costretto a partire da una città in macerie per un altrove ignoto e forse ostile. Dover partire con chi, e chi lasciando a casa? Abbracciare i vecchi padri e le madri, sapendo che non li rivedrai. E il resto, poi: lasciare senza voltarsi indietro la casa in cui si è nati, tutti i ricordi  e un cane, magari che, fedele e ostinato, continua a seguirti.
 Sono tanti, troppi i casi in cui l’infanzia è ferita, offesa, ma quella dei bambini migranti, che annegano nell’indifferenza e ostilità della nostra vecchia Europa, ripiegata sull’illusoria difesa delle sue sicurezze, segna le nostre coscienze.
In una notte d’inverno come questa, pensiamo: se toccasse a noi. Noi delle case calde non sappiamo immaginare, o misurare fino in fondo la massa di paura e dolore che preme alle nostre porte.
E piove più forte, e noi a quest’ora serriamo le persiane delle nostre case, chiudendo fuori il buio e il freddo dalle nostre stanze illuminate e riscaldate. Ma il pensiero di queste due realtà in conflitto è un oscuro presagio - come due fronti di nubi nere che si avvicinino, spinte dal vento, gravide di tempesta. Solo la compassione, la carità e la misericordia ci possono salvare: noi al caldo e quei bambini che bussano e sperano.