mercoledì 14 aprile 2010

SIMPOSIO INTERNAZIONALE ITALIA - MONGOLIA



COMUNE DI SAN GIORGIO IN BOSCO
PROVINCIA DI PADOVA


SIMPOSIO INTERNAZIONALE ITALIA - MONGOLIA
Abbazia di Praglia - 15 novembre 2003

ALLA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE SULL’ANTICA MONGOLIA CONTRIBUI’ IN MANIERA DETERMINANTE G. B. RAMUSIO, CITTADINO DI SAN GIORGIO IN BOSCO


Rivolgo un caloroso saluto a Sua Eccellenza Khamba Lama Damdinsuren Natsagdorj, a tutti i relatori e ospiti del Simposio Internazionale Italia-Mongolia da parte di tutta la Comunità di San Giorgio in Bosco e un ringraziamento particolare al Prof. Bruno Marcolongo che io considero un moderno "Marco Polo".

Il nome Mongolia a noi Europei riporta alla memoria Marco Polo, il viaggiatore veneziano del XIII^ secolo che la visitò, giungendovi nel 1271, e ne descrisse le meraviglie nel suo libro “Il Milione”.
Una volta diffuso, lo scritto non fu tenuto in considerazione come veritiero dai suoi contemporanei, i quali anzi ne accentuarono il carattere favoloso e ne ricordarono soprattutto gli spunti fantastici, leggendari e misteriosi della Mongolia, di Gengis Khan e Kublai Khan.

Bisognò attendere fino al XVI^ secolo perché al libro di Marco Polo fosse data l’importanza che si meritava, quale primo esempio di prosa scientifica moderna, e questo avvenne grazie a Giovanni Battista Ramusio, umanista, geografo e statista veneziano, il quale, nella sua monumentale opera “Navigazioni e Viaggi” per primo pubblicò Il Milione in edizione integrale, accompagnato da un’approfondita analisi dal punto di vista geografico.

Ebbene, Giovanni Battista Ramusio, che pubblicando e commentando Il Milione ebbe un grande merito nella diffusione della conoscenza dell’antica Mongolia, dei suoi sovrani, delle usanze di vita, trascorse l’ultima parte della sua vita a San Giorgio in Bosco, nella sua villa detta “Ramusa” nella quale si dedicò al riordino ed al completamento della sua imponente opera letteraria.

Ed ecco che questo piccolo comune dell’Alta padovana ha contribuito, con l’amenità del suo paesaggio che attirò e dette la necessaria tranquillità al Ramusio, che qui potè completare e dare alle stampe la sua opera, alla diffusione di notizie e conoscenze sull’antica Mongolia.

Leopoldo Marcolongo
Sindaco











COMUNE DI SAN GIORGIO IN BOSCO
PROVINCIA DI PADOVA



G.B. RAMUSIO, CITIZEN OF SAN GIORGIO IN BOSCO, DECISIVELY CONTRIBUITED TO THE SPREADING OF KNOWLEDGE ABOUT THE ANCIENT MONGOLIA.

Let me heartily greet Your Excellency Khamba Lama Damdinsuren Natsagdorj, all the chairmen and guests of the International Simposium Italy – Mongolia from the Citizens of San Giorgio in Bosco and let me thank particularly Professor Bruno Marcolongo, whom I consider a modern “Marco Polo”.

For European people like us, the name of “Mongolia” brings to mind the name of Marco Polo, the XIII^ century Venetian traveller who visited it in 1271 and described its wonders in his book “Il Milione”.

After its pubblication its contemporary readers, who on the contrary emphasised its fabulous features and remembered above all the fanciful, mythical and misterious aspects of Mongolia, of Gengis Khan and Kublai Khan, haven’t considered the book as containing truths.

Only in the XVI century, Marco Polo’s book was at last recognised as the first example of a modern scientific prose and that happened thanks to Giovanni Battista Ramusio, a Venetian humanist, geographer and statesman who first published “Il Milione” in its whole edition, into his monumental literary work “Navigazioni e Viaggi”, adding a thorough analysis of Marco Polo’s book from a geographical point of view.

Well, Giovanni Battista Ramusio, who, by editing and analysing “Il Milione” had a great merit in the diffusion of the information about the Ancient Mongolia, its sovereigns, its traditions and its ways of life, spent his last years in San Giorgio in Bosco, in his villa called “Ramusa”, in which he devoted himself entirely to his studies.

That’s how this small town in the northern Padua Area contribuited to the spreading of the knowledges about Ancient Mongolia, giving to G.B. Ramusio necessary quiet and pleasant surroundings where to complete and publish his studies.



The Mayor
Leopoldo Marcolongo











BIBLIOGRAFIA:

Per scrivere il breve intervento su Marco Polo e Ramusio di cui sopra mi sono basato sulle seguenti fonti in Internet.


Breve storia dell’Impero Mongolo con Gengis Khan e poi Tamerlano:

http://it.geocities.com/stilnovo02/mongoli.html


Brevissima descrizione storica ed aggancio con Marco Polo, che giunse in Mongolia nel 1271:

http://www.lastampa.it/_web/_RUBRICHE/Viaggi/archivio/viaggi030723.asp

Marco Polo aveva una visione “poetica” della nascita del grande impero mongolo, dove approdò nel 1271. Tutto iniziò con l’incoronazione di Gengis, che così raccontava il mercante veneziano nel “Milione”, oggi tradotto in italiano corrente dalla Tea: “Gengis Khan sapeva gestire il potere con abilità e fermezza. Arrivò dunque un’incredibile moltitudine di tartari e quando Gengis vide così tanta gente, subito decise di prepararsi per andare a conquistare altre terre”


Marco Polo e il Milione in riferimento a Ramusio:

http://www.liberliber.it/biblioteca/p/polo/

Polo, Marco
Note biografiche


Nato a Venezia nel 1254 da una famiglia di viaggiatori, Marco Polo intraprese il famoso viaggio verso l'estremo Oriente (un evento che diverrà in seguito il soggetto del celeberrimo libro di memorie Il Milione) nel 1271, a soli 17 anni, insieme con il padre Niccolò e lo zio Matteo.
I due facoltosi mercanti erano animati essenzialmente dalle facilitazioni mercantili e commerciali che le nuove vie e nuovi contatti con l'Oriente potevano portare a loro come alla loro città, sempre insidiata, da questo punto di vista, dalla concorrenza delle altre città marinare.
Il viaggio ed i soggiorni nei diversi paesi che ebbe modo di visitare durarono in tutto 24 anni (dal '71 al '95) ed in questo lungo lasso di tempo Marco Polo attraversò tutta l'Asia, arrivando infine a Pechino, la sede del Gran Kahn, nonché il punto nevralgico di un impero enorme e favoloso. Qui fu al servizio dell'imperatore per diversi anni, durante i quali svolse attività diplomatiche ed amministrative, fino a che, nel 1292, non iniziò per mare il viaggio di ritorno a Venezia, un tragitto che gli portò via 3 anni. Giunto nella sua città natale nel 1295, vi trascorse serenamente ulteriori 3 anni, fino a quando, nel 1298, non fu fatto prigioniero dai genovesi in seguito alla battaglia di Curzola.
Fu proprio in carcere che raccontò ad un suo compagno di cella, Rustichello da Pisa, le avventure che aveva vissuto e gli eventi a cui aveva assistito nel suo lungo soggiorno in Oriente: Rustichello redasse inizialmente il resoconto in francese (misto ad italianismi ed espressioni dialettali venete), e, una volta diffuso, lo scritto non fu tenuto in considerazione come veritiero dai suoi contemporanei, i quali anzi ne accentuarono il carattere favoloso e ne ricordarono soprattutto gli spunti fantastici, leggendari e misteriosi.
Nonostante il parere dei suoi lettori trecenteschi e nonostante si presenti ancora oggi come "il libro delle meraviglie", Il Milione è in realtà il primo esempio di prosa scientifica moderna, o, nelle intenzioni di Polo, un libro "utile", che fosse in grado di fornire notizie precise e dettagliate sugli usi, i costumi, la geografia e l'economia di popoli e di lande sconosciuti o quasi. L'evidenza di questa volontà è fornita anche dallo stile estremamente conciso dell'opera, povero nel lessico ed in particolare nell'aggettivazione, uno stile che si vuole limitare ad una descrizione "scientifica" di ciò che, in quanto ignoto, si immaginava comunemente come strano e favoloso.
Liberato un anno dopo e tornato a Venezia, Marco Polo vi restò fino alla sua morte, avvenuta tra il 1324 e il 1325.

Approfondimenti
Navigazioni e viaggi, di Giovanni Battista Ramusio
Fondamentale e vastissimo trattato geografico del Cinquecento, rappresenta il primo sistematico tentativo di fare il punto sulle conoscenze acquisite nell'epoca delle grandi scoperte geografiche.
Con riferimento a Marco Polo si segnalano in particolare, nel terzo volume:
• un'edizione del Milione;
• un'analisi del viaggio di Marco Polo;
• una riflessione sull'incipit del Milione relativamente all'Impero latino d'Oriente;
• commenti ed edizioni di altre relazioni di viaggi in Oriente.

Descrizione de : Il Milione

http://spazioinwind.libero.it/azulines/coleridge/milione2.html


- il milione -
Un grande interesse sorge intorno al libro di Marco Polo quando, verso la metà del XV secolo, comincia a prendere forma il progetto dei portoghesi di raggiungere per mare l'Asia orientale. Anche Cristoforo Colombo, partito da Palos verso occidente per raggiungere, attraverso L'Atlantico, i tetti d'oro di Cipangu, si porta appresso una copia del libro nella versione di Pipino edita ad Anversa nel 1485.
Il Milione viene incluso in tutte le raccolte di viaggi cinquecentesche:
Johannes Huttich nel Novus Orbis (Basilea 1532);
poi il Ramusio (1550), nella sua monumentale opera Navigazioni e viaggi;
quindi L'inglese Samuel Purchas (Purchas His Pilgrims, Londra 1625) al quale sembra essersi ispirato Coleridge per la stesura del Kubla Kahn.
qui viene citata e la versione franco-italiana del Milione; il suo titolo originale è tradotto dal francese Le livre de Marco Polo citoyen de Venise, dit Million, où l’on conte les merveilles du monde (Il libro di Marco Polo cittadino di Venezia, detto Milione, dove si raccontano le meraviglie del mondo);


Dubbi su Polo in Cina:

http://digilander.libero.it/arti2000/ts99/960313.htm

Testuale:
La Wood afferma, inoltre, che a creare il mito del favoloso viaggio di Marco Polo in Cina contribuì in modo determinante l'edizione del suo libro pubblicata dal Ramusio nel 1559. Per chi ha letto «Il Milione», e ha visto il film su Marco Polo, la conclusione di Frances Wood sembra quasi incredibile. E' come se un bel mattino i mass media annunciassero


Piccola biografia di G.B.Ramusio:

http://www.liberliber.it/biblioteca/r/ramusio/index.htm

Ramusio, Giovan Battista
Note biografiche
Giovan Battista Ramusio (Treviso 1485 - Padova 1557), umanista italiano.
Allievo di Pietro Pomponazzi, collaboratore di Aldo Manuzio, gli diede le edizioni di Quintiliano (1514) e Livio (1519) ed ebbe interessanti corrispondenze con scienziati e umanisti quali Fracastoro e Bembo. Fu anche cancelliere della Repubblica Veneta e dal 1515 segretario del Senato.
Non si sa quando possa aver maturato l'idea dell'opera per cui va famoso, Navigazioni e Viaggi: forse quando ebbe l'incarico di trattare con il navigatore Sebastiano Caboto, figlio di Giovanni, affinché questi si mettesse al servizio di Venezia.
Le Navigazioni sono un'opera poderosa, che intendeva fare il punto dei più importanti viaggi compiuti dall'antichità classica fino al suo tempo, ma che, per la sua precisa e dotta compilazione e per la competenza dei dati cartografici, fu considerata uno dei fondamenti degli studi geografici moderni.
Note biografiche a cura di Claudio Paganelli

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