giovedì 19 agosto 2010

«Abbiamo lasciato a spagnoli e israeliani la ricerca avanzata»


Leonardo Vingiani

«Abbiamo lasciato a spagnoli e israeliani la ricerca avanzata»

Il Sole 24 Ore 18 agosto 2010

«L'Italia era al secondo posto in Europa per le sperimentazioni genetiche in campo. Poi, a causa di 10 anni di blocco, siamo precipitati, lasciando tutti gli spazi a spagnoli e israeliani, e ora i nostri ricercatori emigrano. Per esempio, sono italiani i ricercatori impegnati in Cina con le sperimentazioni sui pioppi». Per Leonardo Vingiani, direttore di Assobiotec (l'associazione per lo sviluppo delle biotecnologie, aderente a Federchimica), è da considerare una follia ideologica quella che ha impedito all'Italia di sviluppare gli Ogm.
Chi è contrario agli Ogm sostiene che, introducendoli in Italia, la nostra agricoltura non sarebbe più competitiva poiché perderebbe gli aspetti legati alla tipicità.
Sono assurdità. Le specialità, le tipicità incidono per meno dell'1% sull'economia agricola italiana. Non è con la cipolla di Tropea che si garantisce la sopravvivenza dell'agricoltura ma bisogna badare alle necessità di chi fa commodities.
Ma se produciamo mais identico a quello di Paesi a basso costo di manodopera, possiamo essere competitivi?
Non dobbiamo pensare di coltivare mais per esportarlo in mezzo mondo. Non avrebbe alcun senso. Ma dobbiamo e possiamo essere competitivi per la produzione di mais, e di soia, destinato ad essere trasformato in mangime per i nostri allevamenti. Perché già adesso il 90% dei mangimi per i nostri maiali o le nostre vacche da latte deriva da prodotti Ogm. E allora non ha alcun senso acquistare all'estero mais geneticamente modificato e poi impedire ai nostri coltivatori di essere competitivi. Non a caso la produzione di mais in Italia è calata sensibilmente negli ultimi anni.
Ma non sono proprio gli agricoltori ad essere contrari agli Ogm?
No, non è vero. Sono solo alcuni di loro ad opporsi con motivi pretestuosi. Abbiamo promosso un sondaggio tra gli agricoltori della Lombardia ed il 60% si è dichiarato favorevole agli Ogm, qualora ci fossero leggi chiare. Ed in ogni caso chi si oppone dimostra la totale mancanza di rispetto nei confronti delle libertà individuali.
Non ci sono rischi, con l'intervento genetico, di rinunciare alla tipicità, con il pomodoro di Pachino prodotto magari in Cina?
Ma il pomodoro di Pachino non esisteva in natura. È nato 35 anni or sono in un laboratorio israeliano e poi è stato portato in Italia perché si è riscontrato che ci fossero le migliori condizioni per coltivarlo. E non si tratta di un caso isolato. Tutte le principali varietà vegetali sono state selezionate nei laboratori dai genetisti agrari che hanno individuato le caratteristiche migliori. L'unica differenza è che ora le procedure sono meno lente. Mentre l'Italia avrebbe tutte le qualità e le competenze per proseguire nella tradizione di sperimentazione, in grado di assicurare un miglioramento genetico non casuale ma voluto e mirato.
Il mais transgenico crea timori anche per l'alimentazione umana, a partire dagli amanti della polenta.
Anche in questo caso occorre fare chiarezza. Innanzitutto perché il 95% della produzione di mais è destinato agli allevamenti e non all'alimentazione umana. Quanto ai rischi, va ricordato che le tossine sono decisamente minori nel mais Ogm. In ogni caso per ora il problema non riguarda la produzione per l'uomo.
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