Germana Cabrelle
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«I rami secchi che non fruttano vanno tagliati». Con questa metafora botanica il sindaco Bobo Miatello - e con lui tutta la maggioranza di governo della lista “Civica Federalista” - ha deciso di non aderire più a Banca Etica e conseguentemente di vendere le azioni delle quali il Comune di San Giorgio in Bosco era titolare dal 1999.
«Fu un’iniziativa dell’allora sindaco Antonio Scudiero – riassume Miatello – ma per undici anni questi soldi (un milione di lire di allora per dieci titoli) sono rimasti fermi senza alcuna finalità. Recentemente ci è giunto un documento che attesta la nostra adesione, ma ora non ne vediamo il motivo per esserlo ancora. Se vogliamo agire sul fronte sociale possiamo farlo in molti modi, senza necessariamente passare attraverso Banca Etica. Noi siamo un’amministrazione oculata e attenta agli sprechi e lo dimostriamo con i fatti».
Banca Etica è nata in Italia proprio nel 1999 dalle più grandi reti del terzo settore: Acli, Arci, Agesci, Caritas per offrire ai risparmiatori servizi bancari in condizioni di totale trasparenza e con un evidente valore sociale e ambientale.
Alla notizia che la maggioranza ha dismesso le azioni di Banca Etica, il capogruppo di opposizione Sebastiano Rizzardi si è attivato per recuperare adesioni a titolo privato fra le persone che gravitano attorno alla lista di centrosinistra “Obiettivo San Giorgio”, per comprarle.
«Costano 55 euro l’una – spiega Rizzardi - erano 10 e sono già state acquistate tutte. Ora basta redigere l’atto formale e spedire il bonifico all’istituto. È una cifra simbolica – osserva Rizzardi – per questo e a maggior ragione si poteva mantenere e non cancellare tout-court. Noi crediamo in un’etica dei rapporti fra persone. In un periodo in cui sta crollando un certo tipo di approccio al mercato, il futuro del nostro sistema, se davvero lo si vorrà far funzionare, sarà fondato sull’economia civile e non più su attività speculative e di sfruttamento».
Secca la chiosa del sindaco Miatello: «È la solita politica della sinistra: senza progettualità e molta demagogia. I cittadini hanno bisogno sì di azioni, ma concrete».
(Venerdì 7 Maggio 2010)
venerdì 7 maggio 2010
Banca Etica-Gazzettino 7 maggio 2010
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