domenica 15 maggio 2011

http://agenziaaise.it/italiani-nel-mondo/comunita/82434-niente-museo-dellemigrazione-a-san-giorgio-in-bosco-lex-sindaco-marcolongo-annuncia-un-esposto

Villa Bembo aperta ai visitatori dopo il restauro (La Voce dei Berici 15 maggio 2011)

Villa Bembo restaurata apre le porte

Guerra a Villa Bembo-Marcolongo: "Il finanziamento dell'otto per mille era per il Museo"




Villa Bembo, una rinuncia al passato

Villa Bembo, nuovo municipio

mercoledì 30 marzo 2011

morte del Museo dell'Emigrazione Veneta


Quale futuro può avere un popolo che rinuncia alla memoria del suo passato?
Come si può andare da qualche parte se non si sa da dove si viene?
Quale futuro può avere un popolo che rinuncia alla memoria del suo passato?
Forse sono di parte, perché so cosa vuol dire essere figlio d'emigrante, ma è evidente che anche in quest’occasione il Veneto ha perso l’opportunità di divenire un punto di riferimento nel mondo.
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In questi giorni è apparso sul Gazzettino di Padova un articolo che sintetizza la morte definitiva del Museo dell’Emigrazione Veneta sul quale vale la pena di soffermarsi. Già l’occhiello del titolo scritto in minuscolo (museo dell’emigrazione veneta) dimostra il poco rispetto e l’ignoranza nei riguardi del secolare fenomeno dell’emigrazione costruita con i sacrifici dei nostri Emigrati.
E questo è solo l’inizio perché i commenti che mi sono pervenuti a riguardo sono molti e rammaricati. Fra gli altri quello di Massimo Russo, uno dei ventimila Italiani cacciati dalla Libia nel 1970, che stigmatizza l’accantonamento del progetto di un Museo dell’Emigrazione Veneta voluto dal sindaco di San Giorgio in Bosco.
Purtroppo l’attuale amministrazione comunale sangiorgese è ancora ferma alla demagogia e al populismo. Magari è attenta alla buca sulla strada o al punto luce, ma non sa alzare gli occhi oltre i problemi contingenti, far crescere il paese, investire sul futuro. Nella sua arroganza trasferirà a Villa Bembo tutti gli uffici comunali, come se finora non avessero una sede adeguata. E’ evidente che il sindaco ora potrà avere l’ufficio al piano nobile, come se le Barchesse non fossero sufficientemente prestigiose per lui. Forse dimentica che i contributi per restaurare Villa Bembo sono in gran parte merito di un illustre Emigrato di San Giorgio in Bosco, il Sen Luigi Pallaro, partito da Lobia e ora residente a Buenos Aires.
Voler sminuire il progetto culturale regionale, relegandolo a una sezione sull'Emigrazione Veneta presso la biblioteca non è sufficiente.
Un Museo dell'Emigrazione del Veneto deve essere un luogo che narra la storia, i sacrifici, i successi di coloro che, costretti a lasciare il Veneto, l'hanno aiutato poi a crescere con le loro rimesse. Un Museo in sinergia con Regione Veneto, Province, Associazioni storiche dell’Emigrazione, Università, Comuni del Veneto, Organizzazioni Religiose che dedicano la loro Pastorale ai nostri Emigrati.
Emigrati, che hanno conservato in tutti i Paesi dove li ha portati la necessità di migliorare la loro condizione, le tradizioni, il dialetto, la religiosità del Veneto. Emigrati ormai di terza e quarta generazione, che guardano con ammirazione al Veneto, alla sua cultura, ai suoi prodotti. Loro sono i nostri migliori ambasciatori nel Mondo, ma se rinunciamo a riagganciare i rapporti con queste generazioni, li perderemo per sempre. Sarebbe il più grande investimento, in un momento di saturazione economica interna, per dare prospettive alla nostra regione. Non solo quindi memoria e vecchie valigie, ma un portale internet con collegamenti agli archivi dei Distretti di Leva militare in Veneto e ai registri di sbarco all’estero, links dei Musei e dei Centri studi in Italia e all’estero, contatti con le Associazioni degli Emigrati in Veneto e all’estero, premi per le Tesi di laurea in materia di Emigrazione, gemellaggi, scambi di delegazioni che darebbero a San Giorgio in Bosco la visibilità che non ha mai avuto. Sarebbe il punto di raccolta di banche dati, come quella dell’anagrafe civile del periodo Lombardo-Veneto (1816-1871), che quest’amministrazione ha abbandonato. Il luogo di promozione di visite di scolaresche e di famiglie, convegni, pubblicazioni, festival di film e documentari sui temi dell'Emigrazione dei Veneti nel Mondo. Il Museo creerebbe un circuito virtuoso di persone che porterebbero benefici anche ai nostri esercizi pubblici e che rilancerebbe l'immagine del nostro paese già conosciuto in tutto il Mondo grazie al progetto del Museo e agli interventi dell’Associazione Erika. L’Emigrazione, dopo essere stata per l’Italia una grande tragedia, può diventare ora una grande occasione, umana, economica e di riscoperta del nostro passato.
Ben vengano le iniziative alle quali partecipano anche gli Amministratori comunali come la Festa dei Veneti nel Mondo, ma non dimentichiamo che la storia dell’emigrazione è tutt’altra cosa. Non certo riducibile a lustrini, apparizioni televisive o articoli di giornale. Non riconoscendo la memoria si perde di vista il presente e ancor più il futuro dei sangiorgesi.
Le rose del deserto, le rose di Acatama, sono sempre lì e fioriscono una volta l’anno, ma a San Giorgio in Bosco, il Paese dell’acqua, non fioriranno mai.

San Giorgio in Bosco, 28 marzo 2011

Leopoldo Marcolongo, già Sindaco di San Giorgio in Bosco

lunedì 28 marzo 2011

UN MUSEO DELL’EMIGRAZIONE VENETA per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia




Sono passati ormai 140 anni dalle prime grandi emigrazioni di Italiani nel mondo e 50 dall’ultima grande emigrazione. 27 milioni di Italiani hanno dovuto lasciare l’Italia per cercare fortuna all’estero. Gli emigrati, ormai di 4° e 5° generazione, vengono stimati in 50 milioni con i loro discendenti, un’altra Italia fuori dai confini nazionali che aspetta riconoscenza dalla madrepatria.
Storie in gran parte di sacrifici, a volte di successi, che non possiamo dimenticare perché hanno contribuito alla crescita del nostro Paese. Una storia che si dovrebbe studiare a scuola per capire meglio la nostra identità ora che il fenomeno si è invertito.
L’associazionismo negli ultimi 50 anni ha svolto un compito enorme nel mantenere i contatti con i nostri emigrati, nel sostenere la lingua, la cultura e le tradizioni italiane, nell’aiuto a chi era in difficoltà.
I nostri emigrati non hanno mai dimenticato le loro origini italiane e guardano al nostra Paese con nostalgia gli anziani, con interesse i giovani, sentendosi dimenticati. Sono milioni di persone, orgogliose delle loro origini, che aspettano di essere contattati. Sono i nostri “ambasciatori” ai quali possiamo offrire cultura, lingua italiana, tradizioni, ma anche prodotti italiani che loro prediligono, a parità di condizioni con altri Paesi.
Un Museo serve quindi, oltre che a raccogliere ricordi e studi, a riallacciare, grazie anche alle nuove tecnologie, i rapporti con le ultime generazioni di giovani, prima che perdano definitivamente i contatti con il loro Paese di origine.

L’Italia ha inaugurato nel 2009 il Museo dell’Emigrazione Nazionale negli spazi della Gipsoteca del Vittoriano, a Roma, che coordinerà i Musei regionali.
Il Veneto con i suoi 3,5 milioni di emigrati, è stata la Regione che più di tutte ha subito l’Emigrazione. Un Museo Regionale dell’Emigrazione sarebbe il fiore all'occhiello della Regione Veneto, una casa comune aperta alle Associazioni dell’Emigrazione, alle Università, ai Comuni, alle Provincie, alle Pastorali dei Migranti delle Diocesi, alle Scuole.
A San Giorgio in Bosco (Padova) sono terminati i lavori di restauro di Villa Bembo, splendida Villa Veneta del ‘600 di proprietà del Comune. I finanziamenti del restauro dell’edificio monumentale ad uso pubblico per centro culturale e museo, sono stati di 1.800.000 euro, parte della Regione Veneto per 379mila euro, parte dei Fondi dell’Otto per mille per 721mila euro e i rimanenti 700mila euro a carico del Comune stesso.
La documentazione più importante conservata a San Giorgio in Bosco, per ora presso la biblioteca, assieme a una vasta rassegna di libri sull’Emigrazione, è l’unica raccolta in Italia dei libri di Frei Rovilio Costa di Porto Alegre. A San Giorgio in Bosco inoltre ha sede InfoVeneto, rivista della Regione Veneto sull’Emigrazione. E’ già partita la Banca dati dei registri civili dell'anagrafe Austro-Ungarica (1816-1871) in collaborazione con l’A.R.S.A.S. ,“Associazione per il Recupero e la Salvaguardia degli Archivi Storici”, progetto da estendere a tutti i Comuni del Veneto per creare un’unica banca dati a servizio dei nostri emigrati.
Il Museo quindi c’è già. Per la gestione serve ora solo una Fondazione da promuovere da parte della Regione Veneto.
Far partire il Museo dell’Emigrazione Veneta sarà anche il modo migliore per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, riconoscendo nell’esperienza migratoria di questi Veneti che da lontano hanno contribuito a creare quello che siamo oggi, un elemento fondamentale dell’identità regionale e nazionale.
Non è più tempo di ragionare per separatezze, è il tempo di costruire cattedrali, di unire le forze per farne una realtà regionale che, riscoprendo il passato, guardi al futuro.

4 marzo 2011
Leopoldo Marcolongo già sindaco del Comune di San Giorgio in Bosco

mercoledì 5 gennaio 2011

MUSEO DELL’EMIGRAZIONE VENETA di San Giorgio in Bosco


Sono passati ormai 140 anni dalle prime grandi emigrazioni di Italiani nel mondo e 50 dall’ultima grande emigrazione. 27 milioni di Italiani hanno dovuto lasciare l’Italia per cercare fortuna all’estero. Gli emigrati, ormai di 4° e 5° generazione, vengono stimati in 50 milioni con i loro discendenti, un’altra Italia fuori dai confini nazionali che aspetta riconoscenza dalla madrepatria.
Storie in gran parte di sacrifici, a volte di successi, che non possiamo dimenticare perché hanno contribuito alla crescita del nostro Paese. Una storia che si dovrebbe studiare a scuola per capire meglio la nostra identità ora che il fenomeno si è invertito.
L’associazionismo negli ultimi 50 anni ha svolto un compito enorme nel mantenere i contatti con i nostri emigrati, nel sostenere la lingua, la cultura e le tradizioni italiane, nell’aiuto a chi era in difficoltà.
I nostri emigrati non hanno mai dimenticato le loro origini italiane e guardano al nostra Paese con nostalgia gli anziani, con interesse i giovani, sentendosi dimenticati. Sono milioni di persone, orgogliose delle loro origini, che aspettano di essere contattati. Sono i nostri “ambasciatori” ai quali possiamo offrire cultura, lingua italiana, tradizioni, ma anche prodotti italiani che loro prediligono, a parità di condizioni con altri Paesi.
Un Museo serve quindi, oltre che a raccogliere ricordi e studi, a riallacciare, grazie anche alle nuove tecnologie, i rapporti con le ultime generazioni di giovani, prima che perdano definitivamente i contatti con il loro Paese di origine.

L’Italia ha inaugurato nel 2009 il Museo dell’Emigrazione Nazionale negli spazi della Gipsoteca del Vittoriano, a Roma, che coordinerà i Musei regionali.

Il Veneto con i suoi 3,5 milioni di emigrati, è stata la Regione che più di tutte ha subito l’Emigrazione. Il Museo Regionale dell’Emigrazione sarebbe il fiore all'occhiello della Regione Veneto, una casa comune aperta alle Associazioni dell’Emigrazione, alle Università, ai Comuni, alle Provincie, alle Pastorali dei Migranti delle Diocesi.
A San Giorgio in Bosco (Padova), nel dicembre 2010, termineranno i lavori di restauro di Villa Bembo, splendida Villa Veneta del ‘600 di proprietà del Comune. I finanziamenti del restauro dell’edificio monumentale ad uso pubblico per centro culturale e museo, sono stati di 1.800.000 euro, parte della Regione Veneto per 379mila euro, parte dei Fondi dell’Otto per mille per 721mila euro e i rimanenti 700mila euro a carico del Comune stesso.
La documentazione più importante conservata a San Giorgio in Bosco, per ora presso la biblioteca, assieme a una vasta rassegna di libri sull’Emigrazione, è l’unica raccolta in Italia dei libri di Frei Rovilio Costa di Porto Alegre. A San Giorgio in Bosco inoltre ha sede InfoVeneto, rivista della Regione Veneto sull’Emigrazione. E’ già partita la Banca dati dell'anagrafe Austro-Ungarica (1816-1871) in collaborazione con la Diocesi di Vicenza, progetto da estendere a tutti i Comuni del Veneto per creare un’unica banca dati a servizio dei nostri emigrati.

I costi futuri saranno la sola gestione, essendo già tutti pagati quelli del restauro. Per l’allestimento c’era l’interesse della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Per la gestione serve ora una Fondazione da promuovere da parte della Regione Veneto:
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“Partecipazione della Regione del Veneto alla costituenda Fondazione “Museo dell’Emigrazione Veneta”.
1. La Giunta regionale, al fine di favorire la realizzazione e la valorizzazione della Villa Bembo nel Comune di San Giorgio in Bosco (PD), quale luogo dedicato alla storia e alla conservazione delle memorie dell’emigrazione dei Veneti, è autorizzata a partecipare, in qualità di socio fondatore, alla costituenda Fondazione “Museo dell’Emigrazione Veneta”.
2. La Giunta regionale è autorizzata a compiere, in accordo con il Comune di San Giorgio in Bosco (PD), tutti gli atti necessari alla costituzione della fondazione di cui al comma 1.
3. Il Presidente della Giunta regionale o un suo delegato esercita i diritti inerenti la qualità di socio fondatore della Regione del Veneto.
4. La Giunta regionale è inoltre autorizzata ad erogare alla Fondazione di cui al comma 1 un contributo annuale per la gestione e il funzionamento.
5. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, quantificati in euro ……………. per l’esercizio 2011, si fa fronte con le risorse allocate ……...”
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Nella Consulta dei Veneti nel Mondo del 2008 a Marostica, l'Ass. Reg. Oscar De Bona ha verbalizzato: "...Per quanto riguarda la proposta di creare un centro di documentazione sull'Emigrazione Veneta dichiara di condividere l'idea che il centro possa trovare collocazione presso il futuro Museo sull'Emigrazione di San Giorgio in Bosco, Padova...". Anche il Prof. Gianpaolo Romanato dell'Università di Padova "...propone di supportare il Museo di San Giorgio in Bosco che è già partito...".

Nell’ultima Consulta dei Veneti nel Mondo del 2009 in Uruguay, L’Ass. Oscar De Bona ha ribadito: “… Per quanto riguarda il museo dell’Emigrazione informa che intende approfondire con l’amministrazione comunale di San Giorgio in Bosco sulle intenzioni riguardanti il completamento del progetto….” e il Prof. Gianpaolo Romanato “…Si auspica che non vada persa l’iniziativa del museo di San Giorgio in Bosco come centro di documentazione anche in previsione dell’insegnamento della storia dell’Emigrazione tenendo conto del fatto che dispone già di quasi tutta la collezione delle pubblicazioni di Rovilio Costa. Sottolinea la necessità di incrementare un rapporto più stretto e più profondo fra associazionismo e cultura….”.


Fare il Museo dell’Emigrazione Veneta sarà anche il modo migliore per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, riconoscendo nell’esperienza migratoria di questi Veneti che da lontano hanno contribuito a creare quello che siamo oggi, un elemento fondamentale dell’identità regionale e nazionale.

Non è più tempo di ragionare per separatezze, è il tempo di costruire cattedrali, di unire le forze per farne una realtà regionale che guardi al futuro.


Rovigo, 26 novembre 2010

Leopoldo Marcolongo già sindaco del Comune di San Giorgio in Bosco