giovedì 11 marzo 2010

Fa.Ro.

Comunicato a “Il Gazzettino” sulla vicenda Fa.Ro.

In riferimento all’articolo del 3 febbraio 2010 dal titolo “Un colpo di spugna sui colpevoli” a firma Germana Cabrelle, non capisco come mai sia stato strumentalmente associato il mio nome e la mia fotografia a una particolare vicenda della Fa.Ro., quella dell’”annullamento dell’ordinanza emessa dal sindaco ancora nel dicembre 1998 con cui veniva intimato alla ditta Gelmini e alla Burlotti di rimuovere i rifiuti conferiti”.
Io sono stato sindaco dal 1999 al 2009 e dunque non lo ero nel 1998.
Preciso comunque che l’ordinanza n. 41/1998, firmata dal mio precedessore, intimava la rimozione dei rifiuti, a quel tempo pericolosi, poi divenuti “solo” speciali, a ben 17 ditte e che l’annullamento, citato nell’articolo, riguarda non tutte le 17 Ditte, ma solo la Gelmini e la Burlotti, ditte di autotrasporto che avevano avuto un ruolo assolutamente marginale nella vicenda. Occorre precisare che l’efficacia dell’ordinanza di rimozione dei rifiuti non è mai stata sospesa dal TAR e dal Consiglio di Stato, nella tempesta dei diversi ricorsi cautelari promossi contro il Comune, per cui l’operato del Comune è stato senz’altro ineccepibile.
Questa ordinanza e i successivi provvedimenti sindacali eseguiti durante i miei dieci anni di Amministrazione, hanno portato al riconoscimento confermato in Cassazione della responsabilità civile dei responsabili dell’inquinamento e all’avvio della conseguente causa civile presso il Tribunale di Padova, a tutt’oggi in corso: causa che mira ad ottenere il risarcimento delle spese di bonifica e il danno ambientale e morale subito dal Comune.
In dieci anni sono stati smaltite, dalle Amministrazioni che ho avuto l’onore di rappresentare, qualcosa come 4.714 tonnellate di rifiuto su circa 6.500 ammassate.
E pensare che allora il sindaco “costava” 1.100 euro contro i 1.800 di quello attuale.
Dell’immenso sforzo fatto durante il decennio e degli inattesi risultati raggiunti per un piccolo Comune come il nostro, vanno ringraziati il Geom. Maurizio Bergamin e l’Avv. Luigi Verzotto.
Del resto la stessa Commissione comunale appositamente costituita per il caso Fa.Ro., formata da rappresentanti di ogni componente politica e presieduta dall’attuale Sindaco, non aveva rilevato mancanze nell’operato dell’Amministrazione.

Per quanto riguarda invece la fantasiosa interrogazione dell’On. Massimo Bitonci (Gazzettino del 23 settembre 2009), presentata il 20 novembre del 2008, su ipotizzate incidenze tumorali a San Giorgio in Bosco, non siamo ancora a conoscenza di una riposta da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. E’ stato fatto presente al Ministero, che l’onorevole Bitonci dovrebbe prestare la medesima attenzione al più importante e serio inquinamento delle falde acquifere da cromo esavalente, questo si certamente cancerogeno, estesosi anche nel territorio cittadellese da Lui amministrato. Ma di ciò e di quanto è stato fatto, o è rimasto da fare per tutelare la salute dei cittadini, nulla è dato di sapere. Evidentemente, per qualcuno, ciò che conta non è fare effettivamente gli interessi dei Cittadini, ma ricavare maggior profitto politico, attraverso insinuazioni e strumentalizzazioni che alla prova dei fatti, risultano miseramente sterili e infondate, attaccando con disprezzo tutto ciò che è riconducibile alla mia persona in quanto aderente al Partito Democratico. Peccato, i buoni risultati raggiunti a favore del territorio e della comunità, dovrebbero essere patrimonio comune, a prescindere dalle appartenenze politiche. Chissà che col tempo, almeno questo principio possa prevalere, nel rispetto delle distinzioni e dei ruoli.

San Giorgio in Bosco, 19 febbraio 2010
Leopoldo Marcolongo

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