venerdì 12 marzo 2010

Perchè conservare il voto degli italiani all'estero


Lo scandalo del Senatore Di Girolamo, eletto nel 2008 con il voto degli italiani all'estero, fa riemergere le critiche a una riforma fortemente voluta da Mirko Tremaglia, che dava voce a quegli italiani emigrati che conservano la cittadinanza italiana e che sono una risorsa per l'Italia. Non è colpa del voto estero se nelle liste sono candidati i mafiosi, ma della politica che continua a inserire personaggi indagati anche in questi giorni nelle liste per le regionali.
Altre elezioni discutibili, come quello di Sergio de Gregorio e Esteban Juan Castelli poi, ci richiamano all'urgenza di rivedere un meccanismo che, nato con tutte le buone intenzioni, non ha raggiunto i risultati sperati.
Già il caso del Senador Luigi Pallaro, che non è stato rieletto per i noti brogli in Argentina, aveva infastidito non poco la politica italiana perchè la storia gli aveva riservato la strana sorte di essere l'ago della bilancia in Senato. Tra l'altro, non è certo Luigi Pallaro che ha fatto cadere il governo Prodi. Ma, per gli italiani eletti all’estero, la politica italiana conta relativamente perchè chi è all'estero non paga le tasse in Italia, né viene influenzato dai provvedimenti che riguardano i residenti nel nostro Paese.
Chi viene eletto all'estero, 12 deputati e 6 senatori, cura gli interessi degli italiani all'estero.
Nel mondo si trovano oltre 50 milioni di discendenti italiani emigrati in 130 anni, quasi 4 milioni dei quali con nazionalità italiana e diritto di voto. Molti hanno raggiunto posti di prestigio nei loro stati e guardano con interesse all'Italia. E' un patrimonio da valorizzare perchè sono i nostri naturali “ambasciatori” nel mondo. Emigrati che, a parità di condizioni, comprano macchinari e prodotti italiani perchè conservano l'Italia nel cuore. Sono importanti le politiche rivolte in particolare alle giovani generazioni per far conoscere non solo la nostra cultura, ma anche la nostra realtà economica, creando così un ponte tra i loro paesi e l'italia.
Ecco perchè non è una “barzelletta”, come dice il Ministro Calderoli, il voto degli italiani all'estero, ma la riscoperta di un patrimonio per troppo anni dimenticato. Solo dall'anno scorso l'Italia ha istituito il Museo Nazionale dell'Emigrazione per recuperare la memoria dell'esperienza migratoria del nostro Paese. La storia della nostra emigrazione poi dovrebbe anche essere insegnata nelle nostre scuole perchè, solo studiando l'esperienza migratoria, potremo meglio affrontare i temi dell'immigrazione.
E' necessario certo intervenire su diversi aspetti del voto estero, dalla configurazione delle circoscrizioni elettorali, all'anagrafe degli aventi diritto, al meccanismo elettorale che si presta a infiltrazioni mafiose, ma il voto dei nostri emigrati conviene tenerlo perchè è interesse, prima di tutto, dell'Italia e degli Italiani.

Leopoldo Marcolongo San Giorgio in Bosco, 28 febbraio 2010

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