venerdì 12 marzo 2010

MUSEO NAZIONALE DELLE MIGRAZIONI - L’Italia nel mondo - Il mondo in Italia







Roma, 26 ottobre 2007 – Ministero degli Affari Esteri

Innanzitutto ringrazio il Vice ministro on. Franco Danieli per avermi invitato a questo convegno e porgo un saluto ai relatori e agli ospiti.

Il Museo dell’Emigrazione veneta di San Giorgio in Bosco è un progetto per la realizzazione di una sede museale che ospiterà la storia dell’epopea migratoria veneta. Un luogo per ricordare, ma che vuol diventare anche uno spazio per mantenere vivi i contatti con i nostri emigrati all’estero, soprattutto i giovani. Quella degli emigranti Veneti – e di altre Regioni Italiane – nel mondo, è un’epopea sostanzialmente dimenticata. La Regione che ha fatto registrare il più rilevante flusso in uscita dal Paese è il Veneto, dall'unita' d'Italia al 1961: oltre 2 milioni e 800 mila emigrati. I tassi variano dal 12 al 34 per mille della popolazione, con punte fino al 300/400 per mille in alcune zone (Polesine, Comelico, Agordino...). Tra il 1946 e il 1976 la presenza dei veneti all'interno dei flussi dell'emigrazione si attesta intorno al 23%. Ad aprile 2007, limitatamente alle iscrizioni all'anagrafe dei cittadini italiani residenti all'estero (AIRE), i veneti risultano essere 248.298 in 166 paesi diversi, pari al 5,2% della popolazione, ponendo la regione al settimo posto per emigrazione; nel contempo, gli immigrati residenti nel Veneto sono oltre 350 mila provenienti anch'essi da 166 Paesi diversi, pari al 7,3% della popolazione veneta, piazzando il Veneto al secondo posto fra le regioni italiane per immigrazione. Sono alcuni dei molti dati contenuti nel ''Rapporto Italiani nel Mondo 2007'', realizzato dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con il Comitato promotore composto da Acli, Inas-Cisl, Mcl e Missionari Scalabriniani.

Emblematico è il caso del Comune di San Giorgio in Bosco, dalle cui contrade nel solo periodo dal 1870 al 1898 sono partiti oltre quattromila concittadini fra emigrazione interna ed estera; in quel tempo gli abitanti di San Giorgio in Bosco erano 3/4 mila. Oggi sono 6000.
Il progetto prevede il recupero del corpo centrale di Villa Bembo (sec. XVI), le cui imponenti barchesse, già restaurate, sono dal 2001 sede comunale.
L’intervento di restauro è gia stato avviato con improcrastinabili lavori di somma urgenza per il recupero delle coperture e del solaio dell’ultimo livello. La villa è organizzata su tre piani di circa 240 metri quadrati di superficie l’uno, per una superficie complessiva di 720 metri quadrati. Il piano terreno è in parte occupato da un monumentale portico d’ingresso ad occidente, mentre la distribuzione dei vani interni avviene ai lati di un grande salone centrale passante, con andamento est-ovest. Il primo piano, che costituisce il piano nobile dell’edificio, è organizzato ai lati di un ampio salone centrale. Il solaio superiore è costituito da un’orditura primaria in travi squadrate tipo “Sansovino”, che all’intradosso si presentano in gran parte laccate e decorate, sovrastate da un assito ligneo anch’esso, in estese porzioni, laccato. Il secondo piano, corrispondente al sottotetto, è organizzato in un unico grande vano. La copertura dell’edificio è costituita da un tetto a quatto falde a piramide. L’intervento di restauro, di somma urgenza, è guidato da rigidi presupposti conservativi ed ha anche l’obiettivo di rimuovere le cause di degrado, ripristinando l’efficienza delle strutture e l’originaria dignità estetica.
Nel Veneto non ci sono Musei dell’Emigrazione Veneta e quello di San Giorgio in Bosco, collocato in buona posizione, su una strada di grande comunicazione come la Valsugana, equidistante da Padova, Vicenza e Treviso, vicino all’autostrada Venezia-Milano, si trova in una posizione strategica. Neppure nel resto d’Italia ci sono realtà di questo tipo, se si esclude Gualdo Tadino, in Umbria e San Marino.

I restauri sono costosi, ma ritengo che la sede scelta sia prestigiosa e rappresenti il “riappropriarsi” di una villa di quella Borghesia rurale che, in gran parte, fu causa dell’emigrazione. Il primo stralcio di 553.000 euro, finanziato con 162.000 euro dalla Regione Veneto, per il restauro del tetto di Villa Bembo è già stato appaltato e i lavori, iniziati il 12 marzo 2007, termineranno entro il 2007. Per rendere agibile il resto del fabbricato servono circa 1.300.000 euro. Abbiamo già ottenenuto un finanziamento di 721.000 euro sui fondi dell’otto per mille. Stiamo anche prendendo contatti con Fondazioni Bancarie interessate al progetto. Purtroppo una Proposta di Legge per una rete Museale in Italia presentata nella precedente Legislatura, che comprendeva il Museo di San Giorgio in Bosco, presentata dall’On. Flavio Rodeghiero, non ha avuto successo, ma noi crediamo che, se l’idea è buona, i risultati arriveranno.

Non pensiamo a un Museo solo di vecchie fotografie. Vogliamo sfruttare il grande amore verso l’Italia e la sua cultura rivolgendoci alle nuove generazioni di emigrati che, riscoprendo le loro radici nel Veneto, scopriranno anche i suoi prodotti commerciali. Noi abbiamo nel mondo milioni di “ambasciatori”, persone che spesso ricoprono posti di responsabilità. Dobbiamo solo arrivare a loro perché, a parità di condizioni, preferiranno i prodotti italiani e Veneti in particolare. Non faremo quindi gli “agenti di commercio”, ma prepareremo loro il terreno. Le attività del Museo, con la collaborazioni determinante dell’Assessorato al Flussi Migratori del Veneto rappresentato dal Dr. Oscar De Bona, saranno quindi rivolte a favorire la lingua e la cultura Veneta, gli stages di giovani oriundi, i convegni, i circuiti turistici alla riscoperta dei nostri tesori d’arte e di storia, la realizzazione di studi sull’Emigrazione e di un sito internet che rappresenti un punto di riferimento. Possiamo contare su emigrati illustri del nostro paese come l’attuale Senatore per gli Italiani all’Estero Luigi Pallaro di Buenos Aires e il fratello Andrea, Frank Sartor, ex sindaco di Sidney e attuale Ministro del Nuovo Galles del Sud, in Australia, ed infine l’Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche mons. Francesco Brugnaro. Tutti costoro sono già stati ospiti di San Giorgio in Bosco ed ai primi due è stato assegnato il “Drago d’Oro”, riconoscimento annuale ai cittadini che si sono particolarmente distinti e hanno portato in alto il prestigio del loro paese d’origine.

Non ci muoviamo sul terreno di altre prestigiose Istituzioni che molto e bene fanno per il Veneto, ma in loro sinergia. Non è nostro compito sostituirci alle Camere di Commercio che storicamente promuovono all’estero le nostre aziende, ma ci serve anche la loro organizzazione per scoprire i nostri emigrati. Non vogliamo nemmeno sostituirci alle storiche e ben solide associazioni come Padovani nel Mondo, Bellunesi, Vicentini, Trevisani, ecc, bensì vogliamo mettere a loro disposizione, se lo vorranno, spazi e iniziative per creare sinergie, data la difficoltà di trovare nuove risorse. Ad esempio abbiamo già realizzato l’anno scorso, con l’ANEA, una mostra fotografica sull’Emigrazione e, con la Provincia di Padova, “Musi Neri” uno spettacolo teatrale sulla tragedia dei minatori di Marcinelle con l’associazione “Experimenta” di Filippo Tognazzo.

Non ci sarà nessuna sovrapposizione ma sinergia con Regione Veneto, Province, Associazioni storiche dell’Emigrazione, Università, Comuni del Veneto, Organizzazioni Religiose che dedicano la loro Pastorale ai nostri Emigrati. Il nostro Museo si distingue e risponde a logiche oggi non particolarmente seguite e comunque servirà da coordinamento di molte iniziative che non parlano tra loro (ognuno coltiva il proprio orticello). Un luogo cioè dove tutti possono riconoscersi e ritrovarsi, dopo generazioni, partendo dal Veneto e andando dovunque nel mondo. Un Museo inteso come memoria viva e propulsore di avvicinamento degli italiani all’estero o, se vogliamo, di una casa comune, della quale si avverte la necessità.

Il Senatore Luigi Pallaro, che il destino ha voluto far ritornare in Italia in questo particolare momento storico di riscoperta dell’Emigrazione, ha la responsabilità di promuovere la Proposta di Legge di istituzione della Rete Museale, oltre a quella di affiancarci nella ricerca dei finanziamenti per portare avanti i lavori del Museo. Naturalmente il completamento dipenderà dai finanziamenti. Pensiamo possa essere realistico prevedere due o tre anni per terminare l’opera.

In questa fase non sono comunque i muri la cosa più importante, ma la creazione della struttura che gestirà il Museo. Come componente la Consulta dei Veneti ho già avuto occasione di andare in Brasile, a Rio Grande do Sul e sono stato ospite in Argentina dei Fratelli Pallaro. Queste visite sono servite per raccogliere materiale, sondare accordi di gemellaggio, prendere coscienza del fenomeno migratorio, stabilire contatti con i consultori Veneti di tutto il mondo. Presso la biblioteca di San Giorgio in Bosco si è iniziato a catalogare libri, lettere, schede, fotografie. Abbiamo l’intenzione di istituire al più presto un ufficio che possa dedicarsi esclusivamente al Museo e alla creazione di un apposito sito internet. Abbiamo presentato due libri di Andrea Pallaro, fratello del Sen. Luigi Pallaro che raccontano la sua avventura in Argentina. Presenteremo fra poco un libro edito dal Comune sull’Emigrazione locale, curato dal Prof. Paolo Miotto e l’importante volume sull’emigrazione Veneta in Argentina del Prof. Devoto. Siamo inseriti in un circuito turistico che ha già portato una delegazione brasiliana a visitare l’istituendo Museo. Abbiamo dato la cittadinanza italiana a otto ragazzi di origine brasiliana ospiti a San Giorgio in Bosco. Abbiamo anche istituito un Premio per favorire tesi di laurea che si occupano di emigrazione e stiamo organizzando una mostra fotografica sugli attuali emigrati del Brasile.
Il richiamo delle proprie radici è un richiamo forte, una necessità: un popolo senza memoria non ha futuro. Elisabetta Menegatti di Foza ha descritto così l'importanza delle proprie radici:

Un Paese vuol dire non essere soli…
c'è qualcosa di te che rimane e ti aspetta…
E' il Paese dei Tuoi, è il tuo Paese, ove vorresti arrivare
di ritorno da un lungo viaggio
perché è il luogo più caro al tuo cuore.

Esprimo quindi un grande interesse per l’istituzione del Museo Nazionale delle Migrazioni di Roma e per quelli di Genova e Napoli, purché non venga trascurato l’apporto di musei regionali, anche tematici, che possono meglio rappresentare aspetti particolari del fenomeno migratorio.
Per quanto riguarda le modalità di gestione, abbiamo pensato che la Fondazione in partecipazione possa essere lo strumento che meglio valorizza il progetto.
Sono a conoscenza che nella scorsa Legislatura ci sono state diverse Proposte di Legge per creare una rete museale. Su questo aspetto auspico l’unificazione delle sinergie, in modo da arrivare a un’unica proposta condivisa, perchè “singoli strumenti musicali suonano meglio se riuniti un un’orchestra”.


Leopoldo Marcolongo - Sindaco del Comune di San Giorgio in Bosco (Padova)

http://www.comune.sangiorgioinbosco.pd.it/portal/it/arte-cultura/MuseoEmigrazione
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VENETI NEL MONDO
periodico d'informazione on line per i nostri corregionali all'estero
anno XI - n. 10 ottobre 2007

Cultura

Una fondazione per il museo dell'emigrazione veneta di San Giorgio in Bosco ( e un premio per una tesi di laura)


Il sindaco di San Giorgio in Bosco, Leopoldo Marcolongo, strenuo e tenace ideatore del costituendo Museo dell’emigrazione veneta ha fatto il punto sulla sistemazione di villa Bembo;all'incontro è intervenuto anche il bibliotecario Francesco Mazzonetto il quale ha illustrato le ultime iniziative che concorrono a questa importante creazione.

Sindaco Marcolongo, qual è lo stato attuale dei lavori di sistemazione di Villa Bembo, prossimo Museo dell’Emigrazione Veneta?

In questi giorni si sta completando il primo stralcio di lavori, che comprendeva il restauro e il consolidamento statico di tutta la struttura originaria del tetto e dell’ultimo piano dell’edificio: sono state consolidate tutte le travature lignee che versavano in uno stato di grave degrado. Nel rifacimento del manto di copertura si è inoltre realizzato un tetto ventilato, in modo che d’inverno sia coibentato e d’estate il calore venga disperso da intercapedini con cambio d’aria, altrimenti un sottotetto sarebbe inutilizzabile. Sono state applicate nuove grondaie pluviali con tubi discendenti, collegate con una rete di smaltimento idraulico. E’ stato realizzato l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche. Nel giro di un mese, o poco più, sarà restaurata la facciata principale con gli intonaci e la parte lapidea del complesso.
I balconi sono stati rifatti con degli scuri nuovi, ma anche le altre finestre ne avranno di nuovi, come pure le due trifore del salone passante del piano nobile. Da tenere presente che il consolidamento dell’ultimo piano con tiranti, catene, era la parte che più necessitava di interventi, altrimenti si rischiava il crollo di tutto il sistema di copertura. In più è stato predisposto uno spazio ad hoc per il passaggio dell’ascensore-montacarichi. Insomma la vecchia struttura è stata adeguata alle nuove normative previste per l’uso pubblico.
Dall’esterno si vedono due camini totalmente nuovi…
Infatti sono stati ripristinati i due camini monumentali per conferire più valore alla villa stessa. I modelli per questi sono stati presi da vecchie ville veneziane del sei-settecento, che sono camini non solo destinati al tiraggio, ma che fanno parte integrante del complesso: ripristinarli era come restituire significato monumentale alla villa stessa. Non sono camini a scomparsa e si possono infatti vedere dalla strada e fanno parte dell’architettura storica. Ci saranno anche degli abbellimenti esterni con una fontana con testa di cavallo e decorazioni varie che ricorderanno i vari paesi dove si sono diretti gli emigrati veneti. In biblioteca esiste il modello di massima dell’intero complesso.

C’è un progetto per l’uso di tutto il complesso monumentale-museale?

Stiamo lavorando per concretizzare il progetto di una Fondazione per la gestione di tutta la struttura e delle relative iniziative per far funzionare tutto l’organismo. Il Comune infatti non può accollarsi tutti gli oneri connessi a tale struttura. Ci sarà bisogno di una Fondazione snella, con segreteria che tenga i contatti con tutti i corrispondenti, soprattutto esteri, e valorizzi nel contempo il museo stesso. Anche per questo è stata creata una borsa di studio-premio che possa coinvolgere studenti, giovani, professori, per studiare il fenomeno complesso dell’emigrazione veneta. La Regione ci ha finanziato con 162.000 Euro. Abbiamo richiesto un ulteriore finanziamento di cifra analoga all’Assessore ai Flussi Migratori Oscar De Bona.
Al bibliotecario Francesco Mazzonetto chiediamo come è nata l’idea di questa borsa di studio e di illustrarla agli interessati.
La borsa di studio è nata sull’esempio di altri comuni o enti di tipo culturale che hanno istituito questi premi per raccogliere notizie sugli aspetti dell’emigrazione che interessava loro. C’è l’esempio dell’Altopiano d’Asiago, di Camposampiero, che s’interessano di specifiche tematiche.
Nel caso nostro ci è sembrato un canale molto valido per interessare, coinvolgere possibilmente, il mondo accademico nell’idea che stiamo portando avanti, cioè la Fondazione di un Museo, presso tutte le Facoltà e i Dipartimenti che abbiano interesse ai vari aspetti dell’emigrazione. La diffusione dell’idea presso le Università del Veneto è finalizzata alla costituzione di un comitato scientifico in seno alla costituenda Fondazione.
E allora avete pensato ad un bando di concorso per una tesi di laurea di grande interesse…
Esatto, e gli argomenti di studio proposti dal bando sono molteplici: si va dagli aspetti etnografici, storici, artistici, giuridici, urbanistici, folcloristici, a quelli economici, scientifici e ambientali riferiti al presente e al passato del fenomeno migratorio. Abbiamo interessato Facoltà e Dipartimenti delle tre Università del Veneto, Padova, Venezia e Verona, inviando ai rispettivi presidi e direttori, il bando: 16 a Padova, 13 a Verona, 11 a Venezia, precisamente a Ca’ Foscari. Abbiamo interessato anche gli uffici di dottorato e formazione post lauream delle stesse Università.

Come funziona il bando e quali sono i premi?

Il bando prevede l’assegnazione di un premio di 500 Euro riservato ai laureati che abbiano discusso una tesi sugli argomenti anzidetti nei due precedenti anni accademici presso le Università venete, con deroga per gli studenti di San Giorgio in Bosco, che si siano laureati presso altre Università italiane. Inoltre, la Commissione giudicante può riservarsi di attribuire un massimo di due segnalazioni, di 250 Euro ciascuna, a tesi di laurea ritenute particolarmente meritevoli. Gli interessati potranno presentare i lavori entro il 28 dicembre 2007. Tutte le informazioni sul mando possono essere reperite sul sito Internet del Comune di San Giorgio in Bosco.
E’ in stampa anche un libro sui sangiorgesi nel mondo…
Il testo sui sangiorgesi nel mondo, attualmente in stampa, è stato in parte finanziato dalla Regione Veneto con 4 mila Euro e ha la prefazione dell’Assessore De Bona, mentre la Provincia di Padova ha offerto il suo patrocinio.

Veneti nel Mondo
Registrazione Tribunale di Venezia n. 1314 del 14-01-99
direttore responsabile Giorgio Spigariol
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http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=304&info=4610

èItalia number 34, July-August 2005

A museum to recount the emigration from Veneto
di Ghileana Galli

The museum will be built in the province of Padua. It will focus on the phenomenon of emigration next to a number of cultural and economic projects that mainly address the young generations. A MUSEUM OF EMIGRATION AT SAN GIORGIO IN BOSCO IS IN THE PIPELINE


Leopoldo Marcolongo, the mayor of San Giorgio in Bosco in the province of Padua, said that Veneto will soon host a museum on emigration. It will focus on the vicissitudes (often neglected) of hundreds of thousands of people from Veneto seeking their fortune abroad from the end of the 19th century through to the fist half of the 20th century. San Giorgio in Bosco's Town Council and Veneto Region are involved in the project, which is also supported by the Italian Parliament. However the project is still in its early stages. The mayor explained in fact that "we are first of all renovating the main structure of Villa Bembo , a 16th century building chosen to house the museum.
This is a major project mostly in terms of costs, however the Region has already supplied some initial funds". The second phase concerns the sourcing of the material (photographs, documents and miscellaneous objects such as letters, original passenger tickets and suitcsases) so as to transform the museum into a source of education.
The museum is also intended to protect and promote the history of emigration from Veneto with a focus on emigration from Padua. "We are currently collecting material for a volume on the subject of emigration from San Giorgio in Bosco and from Veneto in general.
This activity is the starting point of a huge project, which also includes the exhibition 'La valigia di cartone' (The cardboard suitcase) that we organized a few months back", the mayor explained. Creating a 'living' museum that is designed to restore relations between the children and the grandchildren of the emigrants is a top priority. It also gives them a chance to get to know their homeland also through training and cultural projects such as training courses or University lectures.
What's more, different types of interaction including economic cooperation are also in the pipeline. Hence, the participation of the Italian Chamber of Commerce in Buenos Aires (the President Luigi Pallaro is from San Giorgio in Bosco) to the initial stages of the project is also crucial. "Based on these participations we are hoping to involve Italian and foreign entrepreneurs in our project both in terms of trading activities and joint ventures.
If Argentina is our first point of reference, we are also looking to extend our cooperation to other countries involved in the emigration process both in South America and in the rest of the world", Leopoldo Marcolongo emphasized. Historically, Veneto is a land of emigrants. Then, why has the choice of a regional museum of emigration fallen on San Giorgio in Bosco? "Our town was particularly affected by this phenomenon. Suffice it to say that from 1870 onwards over four thousand fellow townspeople left.
This is an exceptional number of people, given that at present our town has a total of approximately six thousand inhabitants. North and South America and Australia were the most popular destinations of this mass emigration phenomenon. However, in recent times our fellow citizens have also emigrated to countries closer to Italy, like Germany and Belgium", Leopoldo Marcolongo explained.

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