martedì 16 marzo 2010

A S Giorgio in Bosco giocano solo gli italiani


Corriere del Veneto

nel padovano - A S Giorgio in Bosco giocano solo gli italiani: «razzismo». Stranieri sponsorizzati dall’ex primo cittadino del Pd

Campo vietato alla squadra romena esposto contro il sindaco leghista
Lettera a palazzo Chigi, ora è un caso diplomatico

SAN GIORGIO IN BOSCO (Padova) - Palla al centro, ma solo per i giocatori italiani. Anzi, veneti e residenti nel Comune. Il sindaco leghista di San Giorgio in Bosco Renato Roberto Miatello vieta ad una squadra di romeni iscritta al campionato amatori di giocare nel campo da calcio comunale: «Non vedo l'utilità di una formazione romena che non ha niente a che spartire con il territorio». Altre otto squadre giovanili - di italiani è chiaro - invece usano l'area sportiva. Ed è scoppiato un caso diplomatico. L'associazione «Alleanza romena», a cui fa capo la squadra di calcio, dopo una segnalazione in prefettura ieri ha chiamato in causa anche palazzo Chigi con un esposto all'Ufficio nazionale anti discriminazione razziali e al dipartimento per le Pari opportunità. Il presidente dell'associazione romena Adrian Teodorescu, punta l'indice sulle scelte del Comune di San Giorgio in Bosco e le bolla di «razzismo in chiave sportiva».


Il divieto di utilizzare il campo sembrerebbe anche questione politica: lo sponsor della squadra romena è l'azienda dell'ex sindaco del Pd a San Giorgio in Bosco, Leopoldo Marcolongo. Oltre a essere romeni dunque sono anche «amici» - visto la pubblicità sulle maglie - dei principali oppositori dell'amministrazione: il centrosinistra. La disputa per il campo sportivo inizia lo scorso settembre fino ad arrivare all'esposto recapitato ieri all'ufficio di Roma. «Il Comune dopo le nostre richieste ci ha negato l'uso del campo dicendo che il terreno era impraticabile - spiega Teodorescu - ma quel campo lo avevamo utilizzato fino all'anno prima ed in più l'associazione sportiva Ac San Giorgio può usare il campo e noi no».

Adesso la squadra di «Alleanza romena» gioca tutte le partite del campionato in trasferta in accordo con la Libertas (affiliata al Coni) che organizza i gironi. L’unico appoggio è la disponibilità dell'Ac San Giorgio, ovvero la società che usa il campo «conteso»: per due domeniche al mese, quando la squadra italiana gioca in trasferta, era e rimane disposta a prestare il terreno a quella romena. Ma il Comune è categorico e ribadisce il suo «niet» per i romeni. «Per questo motivo ci sentiamo discriminati, perché se il campo ha dei problemi può essere comprensibile ma solo se vale per tutti - sottolinea Teodorescu - L'orientamento del Comune è chiaro, appena si è insediata la nuova giunta il sindaco della Lega ha fatto chiudere anche lo sportello comunale per gli immigrati». Intanto la squadra di «Alleanza romena » resta piazzata a metà classifica, al settimo posto. Insomma, regge pur giocandoo sempre in trasferta. Ma rischia di sfaldarsi se prima o poi non troverà un campo stabile. «E' un problema per i ragazzi, sono bravi e ben inseriti nel campionato - spiega il responsabile della lega calcio della Libertas, Walter Durello - che il Comune non gli dia un campo per fare una gara è una ripicca nei confronti di questi ragazzi: non è possibile non trovare lo spazio per due partite al mese. Ora li ospito su un campo a Padova per gli allenamenti e c'è la collaborazione di tutte le società che li ospitano a proprie spese, nei loro campi, quando c'è da giocare le partite. E' un peccato: questa squadra è una realtà e sono da incoraggiare».

Categorica la replica di Renato Miatello, sindaco di San Giorgio in Bosco in forza alla Lega Nord, insediatosi alle scorse amm i n i s t r a t i v e : «Abbiamo detto di no e resta no. A San Giorgio in Bosco ha solo sede l'associazione romena - continua il primo cittadino - i giocatori sono tutti grandi, hanno anche 25 anni e vengono da altri comuni se non da fuori provincia. E poi non vedo come fattore di integrazione una squadra composta da soli romeni: il campo è stato dato in convenzione all'associazione Ac San Giorgio e non intendiamo darlo a nessun altro». Non è che c'entra anche lo sponsor dell'ex sindaco Pd? «Beh mi lasci pensare male visto che l'associazione romena continua a insistere. Il campo è in condizioni pietose tanto che una squadra l'abbiamo dovuta trasferire nell'area sportiva di una frazione: figuriamoci se faccio giocare i romeni». Ora la passa in campo diplomatico. Sempre che qualcuno trovi il tempo e la voglia di occuparsene.

Martino Galliolo

04 febbraio 2010 - Corriere del Veneto

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